Obiettivo del progetto: Avviare in modo sistematico e continuativo modalità innovative di accoglienza per rifugiati e migranti (che nessun altro Ente offre sul territorio) per: prevenire disagi psico-sociali; attivare processi di empowerment e di autonomizzazione; sostenere l’inclusione dei migranti e dei rifugiati nel territorio di residenza o di accoglienza.
Contesto di riferimento:
Il contesto tiene conto del trend demografico in Veneto, quarta tra le regioni d’Italia per stranieri residenti. Tra le provincie del Veneto, Verona è al primo posto. Questi indicatori non confermano solamente l’affermarsi di una componente demografica sempre più numerosa, ma lasciano anche intravedere un mutamento strutturale. Sottendono allo stratificarsi di flussi migratori diversi, caratterizzati da ragioni, obiettivi, valori di riferimento, linguaggi, profili socioeconomici fortemente differenziati, che contribuiscono a complessificare in modo significativo le identità, le risorse e i bisogni delle comunità locali. Benché la diversità socioculturale non sia di per sé uno svantaggio, il comportamento esplicitamente o implicitamente escludente che ogni maggioranza tende a porre in atto e le condizioni di inserimento economico, sociale e politico delle minoranze possono comportare processi di vulnerabilizzazione e fragilità. Se si verificano in corrispondenza di persone che hanno un vissuto migratorio, il rischio di destrutturazione psicosociale diventa ancora più alto. Il progetto intende lavorare su questo tipo di rischio. I dati Eurostat mostrano come in tutta Europa il rischio di esclusione, deprivazione materiale e bassa intensità di lavoro è più alto per gli stranieri e che il gap è ancora più alto per il caso italiano. Per gli operatori, oggi, è essenziale avere competenze e metodologie di intervento efficaci per valutare in modo appropriato i problemi e i bisogni che caratterizzano forme di fragilità psicosociale e valorizzare risorse e capacità di resilienza che favoriscano l’empowerment e l’autonomizzazione di chi viene accolto. Gli Enti del Terzo settore a cui Metis Africa appartiene dal 2001, grazie ai principi volontaristici su cui sono fondati e alla flessibilità organizzativa che li caratterizza, riescono a cogliere prima del sistema di welfare pubblico le esigenze emergenti sul territorio e a promuovere risposte innovative ed appropriate
Descrizione del progetto:
La proposta di attuare i servizi previsti nel progetto viene dai nostri consulenti e collaboratori che hanno un vissuto migratorio. Sono loro gli ‘specialisti’ e gli esperti, che costituiscono una grande risorsa per le attività di cura e accoglienza dei nostri ospiti, Scaturisce, inoltre, dall’esperienza maturata da professionisti di Metis Africa nel lavoro in Centri di accoglienza e nelle attività nell’associazione. Il progetto è innovativo: le attività e i servizi previsti non sono forniti da altre associazioni o Enti. I servizi proposti vanno a colmare un vuoto rispetto alla modalità di accoglienza e si differenziano da altre iniziative presenti a Verona e provincia e in Italia per la prospettiva etnoclinica con cui affrontano il disagio e le richieste delle persone. Abbiamo diviso i servizi in due settori. Nel primo sono previsti: lo sportello informativo; la scuola di italiano; il supporto psicologico e sanitario. Gli spazi saranno aperti per due giorni la settimana, il martedì e giovedì dalle 10 alle 18. Il secondo settore di servizi riguarda le attività etnocliniche di presa in carico: consultazioni etnocliniche; relazioni per il tribunale; sostegno e accompagnamento in percorsi legali e medici; percorsi individuali (Sandplay Therapy e psicomotricità; colloqui di sostegno psicologico e di psicoterapia. Grazie anche al finanziamento ricevuto dalla Tavola Valdese –Otto per Mille – il progetto consentirà di : garantire l’avviamento per 12 mesi delle attività previste; avviare nuove modalità di accoglienza e di sostegno psico-sociale che nessun altro Ente o associazione fornisce nel territorio; l’apertura di uno Sportello informativo per rifugiati e migranti; avviare un laboratorio di insegnamento della lingua italiana con modalità innovative; garantire la presenza di una infermiera formata in etnoclinica per consulenza e per accompagnare persone con background migratorio nei percorsi di cura partendo dalla rete di medici e centri di cura con cui l’associazione collabora; praticare strategie di prevenzione di sindromi e disagi e di facilitazione all’inclusione della persona migrante; promuovere il meticciato tra culture e provenienze degli ospiti migranti con la cultura italiana; accogliere e prendere in carico le richieste che ci arrivano dal territorio e da altre regioni; implementare l’équipe di professionisti e consulenti esterni formati in etnoclinica e con esperienza per affiancare i volontari e i soci professionisti che svolgono la loro attività gratuitamente; valorizzare e integrare nell’équipe la professionalità e l’esperienza maturata sul campo di giovani volontari e giovani professionisti; collaborare in modo continuativo in sinergia con i Servizi Sociali e i Centri di accoglienza. Gli operatori e i professionisti coinvolti nel progetto sono: tutti i soci e volontari professionisti che già offrono la loro prestazione gratuitamente nell’equipe etnoclinica; tirocinanti del corso di laurea triennale e magistrale in psicologia; tirocinanti del corso di formazione in psicoterapia alla scuola L.i.S.T.A. di Milano. I collaboratori esterni coinvolti nel progetto sono: un consulente culturale; una psicomotricista e infermiera; un operatore sociale e conduttore di laboratori; un consulente culturale e psicologo e insegnante di italiano e conduttore dei laboratori e operatore dello Sportello; una psicologa e psicoterapeuta; una psicologa. I luoghi in cui si svolgerà il progetto sono: la sede di MetisAfrica e una nuova sede presso il Circolo della Rosa. Le attività previste rendono necessario avvalersi di spazi aggiuntivi alla sede dell’associazione. Abbiamo individuato alcuni locali adiacenti la sede, presso il Circolo della Rosa, che l’associazione ha già utilizzato in passato per seminari e laboratori. Gli spazi sono dotati di una cucina che è previsto di utilizzare per alcune attività del progetto. Questi spazi, inoltre, consentono di accogliere un numero maggiore di utenti e mantengono una vicinanza con la sede e con le altre attività che vi si svolgono; sono collocati in centro città e negli altri giorni della settimana sono utilizzati da uomini e donne italiane, di varie età, per studio, incontri, seminari, dibattiti. Questo ultimo aspetto ha un grande valore perché i locali non sono locali “solo per migranti”, aprono al meticciato, sono facilmente raggiungibili anche dalla provincia e sono nel cuore delle attività della città, lontani da sfondi periferici e di marginalità. Il progetto prevede l’utilizzo, talvolta in contemporanea, sia della sede che dei locali sopra menzionati. I servizi sono tra loro interconnessi.
I beneficiari diretti del progetto sono: 200 adulti (125 donne e 75 uomini dai 19 ai 45 anni); 70 minori dai 3 ai 18anni. Rifugiati, migranti, vittime di tratta, minori non accompagnati, famiglie migranti i cui figli sono stati allontanati per disposizione del Tribunale dei Minori, minori e adolescenti migranti e di II generazione. I beneficiari indiretti sono: 170 operatori di Centri di accoglienza; operatori dei Servizi sociosanitari del Veneto, Rovereto, Trento, Mantova, Castiglione delle Stiviere